La capsula di Champagne viene anche chiamata placchetta. Permette di proteggere il tappo prima della posa della gabbietta. Le placchette suscitano l'interesse di numerosi collezionisti e beneficiano di un repertorio, aggiornato ogni anno e riservato ai "placomusophiles", che conta alcune migliaia di referenze.
Domande frequenti
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Aneddoti
I primi usi del sughero come modo di tarpatura dei vini di Champagne vengono comunemente attribuiti all'abbazia d'Hautvilliers dove, sin dal 1737, esisteva a quel che si dice uno scambio di tappi con altre abbazie. I primi fabbricanti di tappi di sughero, venuti dalla Catalogna, si installarono a Reims ed a Épernay sin dal 1740.
L'oggetto metallico posizionato attorno al tappo delle bottiglie di Champagne si chiama gabbietta. Impedisce al tappo di saltare via sotto l'effetto della pressione.
Una persona che colleziona le capsule dei tappi di Champagne viene chiamata "placomusophile".
Una persona che colleziona le etichette dei vini viene chiamata "œnographile".
Le bollicine di Champagne si formano al momento del servizio nel bicchiere a partire dalle microparticelle presenti sulla parete del bicchiere o in sospensione nel vino o anche dalle asperità del bicchiere. Anche se può sembrare perfettamente pulito, un bicchiere presenterà sempre irregolarità che favoriranno la formazione delle bollicine.
Il tappo delle bottiglie di Champagne realizzato in sughero è di forma cilindrica. Dopo qualche anno, il tappo prende una forma trapezoidale «a gonna». Se la bottiglia è conservata coricata, il tappo prenderà la forma cosiddetta "a caviglia". Questa modifica della forma del tappo non pregiudica in alcun modo la qualità del vino.
Le bottiglie di Champagne sono di colore verde o talvolta marrone al fine di proteggere il vino. Questi colori permettono di limitare il passaggio dei raggi ultravioletti nella bottiglia ed evitare quindi il gout de lumière.
La pressione in una bottiglia di Champagne è compresa tra 5 e 6 bar. Per dare un'idea di quanto rappresenta, va detto che è tre volte superiore a quella di uno pneumatico.
Considerando che il diametro medio di una bollicina è di 0,5 millimetro i e che il vino contiene circa 12 grammi di anidride carbonica per litro, si può calcolare che un bicchiere di 10 centilitri contenga circa 11 milioni di bollicine. Tuttavia, questa cifra è solo teorica perché quasi l'80% dell'anidride carbonica fuoriesce dal bicchiere senza generare bollicine.
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Servizio
La temperatura di servizio raccomandata dello Champagne è compresa tra 8 e 10 °C.
Per servire lo Champagne, non è raccomandato prendere il bicchiere della persona da servire. Quindi è inutile inclinare il bicchiere al momento del servizio.
Bisogna prima rimuovere la gabbietta e la sua copertura usando l'apposita linguetta, avendo cura di tenere fermo il tappo. Quindi, sempre tenendo fermo il tappo, afferrare il corpo della bottiglia inclinandola con un'angolazione di 30-45° e avendo cura di non dirigere la bottiglia verso una persona. Infine, ruotare la bottiglia per estrarre delicatamente il tappo dal collo senza lasciarlo sfuggire.
Per raffreddare una bottiglia di Champagne, bisogna immergerla in un secchiello riempito per metà con acqua e ghiaccio, 30 minuti prima del servizio. È anche possibile lasciare la bottiglia coricata nella parte bassa del frigorifero per 4 ore.
Preferibilmente, il servizio dello Champagne deve essere realizzato in due tempi riempiendo due terzi del calice. Non è raccomandato prendere il bicchiere della persona per servirla.
Esiste una grande diversità di stili di Champagne (bianco, rosé, millesimato, brut, dolce ecc.). Ciò permette di adattarlo a tutte le circostanze. Lo Champagne può ovviamente essere degustato per festeggiare occasioni speciali e celebrare le date importanti che scandiscono l'anno (feste natalizie, San Valentino...), nonché gli eventi della vita (compleanno, superamento di un esame...) ed i grandi momenti di svolta (matrimonio, nascita, battesimo...). Ma non solo. In realtà, lo Champagne si presta a tutte le occasioni di consumo e si addice a tutti i momenti piacevoli trascorsi con i familiari o gli amici (brunch, degustazione, serata estiva...). Lo Champagne è un vino che può essere consumato in qualsiasi momento.
Il bicchiere ideale deve essere abbastanza alto e panciuto per offrire alla bollicine lo spazio per evolvere e leggermente ristretto in alto (a tulipano) per concentrare gli aromi. Deve essere lavato con acqua calda senza detersivi. È da preferire l'asciugatura naturale o a mano con un panno di cotone. L'obiettivo è di preservare la superficie del vetro affinché non diminuisca la sua capacità a generare bollicine e mantenere il cordone di spuma sulla superficie.
La coppa presenta un'apertura abbastanza ampia con un'altezza ridotta. Viene sconsigliato l'uso di una coppa per degustare lo Champagne dato che le bollicine e gli aromi si sviluppano troppo rapidamente a causa della sua forma. Il calice ha una forma allungata e stretta. Pur essendo spesso associato da molta gente al servizio dello Champagne, non è il bicchiere preferito dei degustatori. La sua ristrettezza, infatti, maschera gli aromi. Il bicchiere ideale ha una forma a tulipano, ossia è abbastanza alto e panciuto per offrire alle bollicine lo spazio per evolvere, ma è ristretto in alto per concentrare gli aromi.
Il formato più classico della bottiglia di Champagne (75 cl) può servire mediamente fino a 6 calici con una capacità di 12,5 cl. Questo numero è indicativo e può variare a seconda della dimensione dei bicchieri utilizzati.
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Storia dello Champagne
La nascita dello Champagne come lo conosciamo oggi è avvenuta tra l'inizio del XVIII e la fine del XIX secolo, grazie in particolare al controllo dell'effervescenza. Questa ultima, essendo un fenomeno naturale, è fragile e complessa. Per controllare la presa di spuma, gli champenois hanno introdotto la doppia fermentazione chiamata metodo champenois. Con una fermentazione interrotta e ripresa era infatti difficile ottenere l’esatta pressione desiderata. Con il metodo champenois si procede a una prima fermentazione in tini, per trasformare il mosto in vino a partire dagli zuccheri dell’uva che alla sua conclusione non dovranno più essere presenti nel vino. Successivamente interviene la seconda fermentazione in bottiglia, o «prise de mousse», che ha lo scopo di rendere il vino effervescente. Parallelamente, sono state introdotte altre innovazioni nel processo di elaborazione dello Champagne come la modifica delle bottiglie al fine di renderle più resistenti o la creazione di tavoli di remuage (pupitre) per favorire la sboccatura. Oggi, tutte le fasi sono sotto controllo e restano invariate.
Lo Champagne non è stato inventato da nessuno. La fermentazione è un fenomeno naturale e l'effervescenza dei vini è stata osservata sin dall'antichità un po' ovunque nel mondo. Tuttavia, la Champagne è stata la prima regione a voler comprendere e tenere sotto controllo questo fenomeno, nonché a elaborare volutamente un vino effervescente con le proprie uve.
Originariamente nel vigneto champenois venivano prodotti vini fermi, cioè non effervescenti. Dopo la vendemmia e la pressatura, il mosto veniva posto a fermentare in botti, dove la fermentazione si arrestava precocemente per il freddo. I vini conservavano una parte degli zuccheri e la fermentazione riprendeva così in primavera. Il gas generato dalla rifermentazione faceva «sobbollire» il vino che traboccava dalle botti. Di conseguenza, a seconda delle condizioni nella stagione invernale e del periodo di consumo, i vini potevano essere più o meno effervescenti. Alla fine del XVII secolo, gli champenois, intenti a migliorare la conservazione e il trasporto dei loro vini iniziarono a preferire le bottiglie alle botti. L'effervescenza generata dalla fermentazione del vino veniva quindi racchiusa nella bottiglia e si rivelava così nei bicchieri decretando un immediato successo. Questa effervescenza iniziale era molto variabile ma gli champenois cercheranno di controllarla. Sono le origini dello Champagne.
Il Regno di Francia nasce a Reims con il battesimo di Clodoveo. Per questo il vino di Champagne sarà associato da subito al re e alla nobiltà, diventando il vino delle incoronazioni e il «vino dei re». Le incoronazioni dei re di Francia si succederanno dall'898 al 1825. Alle cerimonie, secondo quel che si diceva a quei tempi, si accompagnavano festeggiamenti durante i quali i vini di Champagne scorrevano a fiumi. Ben presto apprezzati per gusto e finezza, essi assursero a doni con cui omaggiare i monarchi in visita nella regione. È qui che inizia il mito dello Champagne...
Lo Champagne è nato nella regione dalla quale prende il nome, ovvero la Champagne situata nel nord-est della Francia.
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Filiera
Il Comité Champagne è l'organizzazione interprofessionale dello Champagne. Gestisce gli interessi comuni dei Vigneron e delle Maison di Champagne. Si tratta di un organismo semipubblico. Opera a favore della vite e del vino, attraverso azioni economiche, tecniche, ambientali nonché attraverso azioni di miglioramento qualitativo, organizzazione della filiera, comunicazione, sviluppo della notorietà e protezione della denominazione ovunque nel mondo.
Creato nel 1904, il Syndicat Général des Vignerons rappresenta i Vigneron e le cooperative della Champagne. Le sue missioni sono le seguenti: organizzazione economica del vigneto, assistenza ai produttori vinicoli, promozione dei vini di Champagne elaborati nel vigneto tramite il logo «Champagne de Vignerons». Il presidente dell'SGV è uno dei co-presidenti del Comité Champagne.
L'Union des Maisons de Champagne raggruppa le Maison che elaborano vini a partire dalle uve comprate ai vigneron e provenienti da cru selezionati per comporre l'assemblaggio della loro marca. Le Maison possono anche produrre la loro uva. Il presidente dell'UMC è uno dei co-presidenti del Comité Champagne.
La Denominazione di Origine Controllata (AOC in francese) Champagne è un marchio nazionale che permette di proteggere il nome Champagne, la sua produzione, nonché la sua elaborazione, in particolare preservando un'area geografica che gli è propria. Permette di garantire anche il rispetto delle regole di produzione che sono strettamente regolamentate. L'Istituto nazionale dell'origine e della qualità (INAO) è il garante della denominazione AOC. Essere un'AOC obbliga a rispettare una serie di regole che costituiscono un disciplinare. Il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata (AOC) Champagne risale al 1936.
Un'interprofessione è un'organizzazione che mette in relazione tutti gli operatori legati a una produzione e per lo più i produttori della materia prima, nonché i trasformatori ed i venditori di un prodotto.
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Elaborazione
Per controllare la presa di spuma, gli champenois hanno introdotto la doppia fermentazione. Con una fermentazione interrotta e ripresa era infatti difficile ottenere l’esatta pressione desiderata. Con il metodo champenois si procede a una prima fermentazione in tini, per trasformare il mosto in vino a partire dagli zuccheri dell’uva che alla sua conclusione non dovranno più essere presenti nel vino. Successivamente interviene la seconda fermentazione in bottiglia, o «prise de mousse» che ha lo scopo di rendere il vino effervescente.
L'effervescenza dello Champagne durante la fermentazione è un'effervescenza naturale dovuta alla fermentazione in bottiglia. Essa risulta dall'azione dei lieviti, organismi viventi che trasformano gli zuccheri presenti nell'uva in alcol e anidride carbonica. Il gas si mescolerà con il vino che opera quindi la sua «presa di spuma».
La produzione di uno Champagne bianco a partire da uve nere viene resa possibile da una pressatura lenta dei grappoli interi che permette un deflusso rapido del mosto. I pigmenti contenuti nelle bucce delle uve nere non hanno, allora, il tempo di colorare il mosto che defluisce nei torchi.
Lo Champagne rosé può essere ottenuto con due diversi metodi: per macerazione o per assemblaggio di vino bianco e vino rosso. Il primo metodo consiste nell'ottenere il colore rosé mediante la macerazione di uve a bacca nera, sia in un tino (saignée o meno) prima della pressatura, sia su un torchio. Il secondo metodo consiste nell'aggiungere ai vini a base bianca una parte di vino rosso di Champagne (dal 5 al 20%).
Come ultima tappa prima dall'uscita dalle cantine della Champagne, la bottiglia è sottoposta al confezionamento («habillage»). L’habillage delle bottiglie di Champagne si compone di: - Un capsulone che ricopre il tappo e la gabbietta metallica ed è ornato alla base da un collare, - Sul corpo della bottiglia è apposta un'etichetta, accompagnata talvolta da una controetichetta, recante le diciture di legge e le informazioni per i consumatori.
Sì. Lo Champagne è un vino che appartiene alla famiglia dei vini effervescenti. Ciò spiega perché viene anche chiamato «vino di Champagne».
L'elaborazione di una bottiglia di Champagne richiede 1,2 kg di uva.
Il disciplinare impone un periodo di maturazione in cantina di almeno 15 mesi per i vini non millesimati, e di 3 anni per i vini millesimati, a partire dalla data dell'imbottigliamento. In pratica, però, la maggior parte degli elaboratori prolunga questo periodo di un paio di anni.
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Educazione
Il MOOC dello Champagne è un e-learning che permette di saperne di più sullo Champagne attraverso 4 moduli. Questi moduli illustrano l'elaborazione dello Champagne, il suo terroir, la sua storia, la diversità dei suoi vini e i loro segreti di degustazione.
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Il vigneto champenois
Un cru corrisponde a un comune viticolo. La Champagne Viticola conta 319 cru distribuiti su 5 dipartimenti.
Prima della riforma dell’INAO Istituto Nazionale dell'Origine e della Qualità del 2007, esisteva una scala dei cru in Champagne. Stabilita ufficialmente per la prima volta nel 1911 a seguito delle discussioni tra i Vigneron e le Maison, è stata gradualmente trasformata nell'assegnazione, per ogni cru, di una percentuale compresa tra l'80 e il 100%. Così, un cru classificato all'80 % riceveva l'80% del prezzo di base, un cru classificato al 95% riceveva il 95% del prezzo di base ecc. Il decreto del 1° luglio 1952 introduce ufficialmente i termini di «grand cru», esclusivamente per i vini provenienti dai comuni classificati al 100 %, e «premier cru», esclusivamente per i comuni classificati tra il 90 ed il 100%. Nel 2010 l'INAO ha abolito la scala dei cru champenois ma ha accettato che i comuni che beneficiavano delle denominazioni «grand cru» e «premier cru» potessero conservarle.
I vigneti champenois, situati al limite settentrionale che permette la coltivazione della vite, beneficiano di un doppio influsso climatico: continentale e oceanico. Il clima continentale è causa di gelate invernali talvolta devastanti, ma anche dell'utile soleggiamento in estate. Il clima oceanico, con temperature costantemente basse e sbalzi termici contenuti tra le stagioni, apporta acqua in quantità regolare con variazioni termiche annue poco marcate.
La zona geografica viticola nella quale sono situati i vigneti champenois viene più comunemente chiamata la Champagne Viticola.
I vigneti champenois sono posizionati tra i 90 e i 300 metri di altitudine. Sono vigneti su colline, esposte per lo più a sud, sud-est ed est, con pendenze medie del 12% ma con punte fino al 60%. Il terroir champenois è quindi abbastanza scosceso e solcato da valli da permettere un buon soleggiamento delle viti e favorire il drenaggio dell'acqua in eccesso.
Lo Champagne viene prodotto ed elaborato nella regione che porta lo stesso nome ovvero «la Champagne», situata a circa 150 chilometri a nord-est di Parigi nell'area di produzione della denominazione di origine controllata (in francese AOC) Champagne, delimitata da una legge del 1927. Quest'ultima si estende per poco più di 34.200 ettari. I vigneti champenois sono i più settentriona i dei vigneti della Francia.
Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ha deciso, il 4 luglio 2015, di iscrivere i «Coteaux, Maisons et Caves de Champagne» nella lista del Patrimonio Mondiale. È anche il Valore Universale Eccezionale del paesaggio culturale viticolo champenois che ha contributo alla nascita del vino di Champagne, ad essere riconosciuto… …così come tutto il lavoro di produzione, elaborazione e diffusione del vino di Champagne trasmesso e preservato nei 319 comuni dell'area a denominazione Champagne, distribuita nei 5 dipartimenti francesi della Marne, Aube, Aisne, Haute-Marne e Seine-et-Marne.
La natura del suolo champenois è in prevalenza calcarea, con: - gesso che costituisce un serbatoio di acqua e un regolatore di temperatura, - marne che presentano un tasso d'umidità adatto e una ritenzione del calore solare, - calcari duri che permettono un'ottimale costrizione idrica e una restituzione dell'irraggiamento solare, - sabbie che favoriscono l'ottenimento di un suolo ben aerato e drenato, - argille pesanti che contribuiscono alla restituzione dell'acqua e formano una riserva di sostanze nutritive. Questo tipo di sottosuolo favorisce il drenaggio dei suoli e, a livello gustativo, la particolarissima mineralità di alcuni vini di Champagne.
La Champagne Viticola comprende 5 dipartimenti: la Marne, l’Aube, l’Aisne, la Haute-Marne e la Seine-et-Marne.
Il terroir è la combinazione di fattori climatici, geologici, vitigni particolari e metodi culturali caratteristici che dona la sua specificità ad ogni regione. Il terroir champenois viene tra l'altro caratterizzato dalla sua posizione geografica settentrionale, dalla natura del suo suolo per lo più calcareo, dal suo rilievo scosceso e solcato da valli, nonché da un clima a doppio influsso e da un savoir-faire unico.
Il vigneto è distribuito in 4 grandi regioni: la Montagne de Reims, la Vallée de la Marne, la Côte des Blancs et la Côte des Bar.
La legge del 22 luglio 1927 definisce le varietà di uve autorizzate nell'elaborazione dello Champagne. Il Pinot Noir (a bacca nera), il Meunier (a bacca nera) e lo Chardonnay (a bacca bianca) sono oggi le varietà di uva di gran lunga più diffuse. Altre come l’Arbane, il Petit Meslier, il Pinot Blanc e il Pinot Gris (tutte a bacca bianca), sebbene anch'esse autorizzate, rappresentano meno dello 0,4 % del totale.
L'area viticola champenois comprende circa 281.000 parcelle la cui superficie media è pari a 12 are.
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Produzione
Il négociant distributeur acquista vini imbottigliati a cui appone, nella propria cantina, la propria etichetta.
Il négociant manipulant (NM) è una persona fisica o giuridica che acquista oltre alle uve prodotte nelle proprie vigne - se ne possiede - uve, mosto o vino e procede alla loro elaborazione nella propria cantina.
Il récoltant manipulant (RM) elabora i propri vini nella propria cantina impiegando esclusivamente uve proprie.
il récoltant-coopérateur (RC) consegna le proprie uve alla cooperativa e ritira il mosto o il vino durante l'elaborazione o già pronto per la commercializzazione.
La coopérative de manipulation elabora nella propria cantina vini prodotti con le uve dei soci.
L'elaboratore, sia esso un négociant, un récoltant o una cooperativa, vende le bottiglie finite ed etichettate con la marca del cliente.
La data della vendemmia varia in funzione dello stato di maturazione dell'uva nelle diverse regioni dell'area viticola champenois. Per fissare date e condizioni della vendemmia in maniera ragionata, una rete di rilevamento della maturazione dell'uva è stata costituita sin dal 1956. La rete consta di 600 parcelle campione distribuite in tutta l'area viticola champenois. Viene attivata a partire dall'avvio dell'invaiatura (colorazione delle bacche) al fine di rilevare, mediante prelievi bisettimanali di grappoli, l'andamento percentuale dell'invaiatura, il peso medio dei grappoli, il contenuto di zucchero stimato, l'acidità totale ecc. Questi dati permettono ogni anno al Comité Champagne di fissare la data di inizio della vendemmia per ciascuno dei comuni viticoli e ciascun vitigno in funzione del grado di maturazione delle rispettive uve. Ciò rinforza la qualità dei vini elaborati con uve aventi un'ottima maturazione.
L'inizio della vendemmia ha luogo circa 90 giorni dopo l'allegagione cioè in settembre. Tuttavia, le condizioni atmosferiche possono far variare notevolmente tale data.
Le rese autorizzate durante la vendemmia non sono fisse e variano ogni anno. L'Ufficio Esecutivo del Comité Champagne (composto dai rappresentanti di Maison e Vigneron della Champagne) fissa la resa massima per ettaro. La Champagne fissa questa resa annua entro il limite della resa massima stabilito dall'Unione Europea a 15.500 kg/ettaro.
La Champagne rimane una delle poche regioni viticole dove la raccolta dell'uva viene sempre interamente realizzata a mano. La legge dispone che i grappoli di uva debbano essere mantenuti intatti fino alla pressatura. Benché le vendemmiatrici meccaniche funzionino oggi secondo il principio della battitura, che consiste nello scuotere i ceppi per farne cadere i grappoli e le bacche, solo la mano dell'uomo è in grado di raccogliere grappoli interi ed intatti.
Le lavorazioni della vite costituiscono la base della professione del Vigneron. Si fanno per lo più a mano e totalizzano diverse centinaia di ore di lavoro per ettaro. La prima è la potatura invernale. È l'atto fondatore del vigneto dato che da essa dipenderà la qualità della vendemmia. Vengono quindi le lavorazioni in verde, che permettono di gestire lo sviluppo della vegetazione: la scacchiatura, il sollevamento, il palizzamento ed infine la rifilatura che si protrarrà fino alla vendemmia.
Durante la vendemia, circa 120.000 lavoratori stagionali sono impegnati a portarla a termine sui 34.200 ettari di superficie della denominazione Champagne. Ciò rappresenta all'incirca 4 persone per ettaro.
La densità media d'impianto in Champagne è di circa 8.000 ceppi per ettaro. L'obiettivo di questa scelta è qualitativo. Più le viti sono numerose, più competono tra loro per nutrirsi determinando una produzione di uva più scarsa e di migliore qualità.
Un ceppo di vite, può vivere fino a 50 anni e più. Tuttavia, oltre tale età la sua resa inizierà a diminuire.
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Economia
Il Vigneron coltiva la vigna per produrre uva. Alcuni Vigneron vendono il proprio raccolto di uva alle Maisons de Champagne. Altri, soci di cantine cooperative (récoltants coopérateurs), producono il proprio Champagne. I récoltants-manipulants sono vigneron che realizzano direttamente la vinificazione del proprio raccolto di uva e la commercializzazione della marca del proprio Champagne.
Una cooperativa è un raggruppamento di vigneron. Esistono due tipi di cooperative. Quelle che mettono in comune per i propri soci chiamati Récoltants-Coopérateurs i mezzi tecnici di pressatura ed elaborazione. E quelle che, oltre a mettere in comune tutti questi mezzi, comprano uva dai loro soci per elaborare un vino con la marca della cooperativa. Esse sono chiamate Coopératives de Manipulation.
Una Maison di Champagne, oltre all'uva proveniente dai propri vigneti – se ne possiede -, compra uva da Vigneron champenois ed assicura l'elaborazione dei vini nella sua cantina e la commercializzazione dei vini sotto la propria marca.
La Francia è il primo mercato dello Champagne. I principali mercati d'esportazione a valore sono gli Stati Uniti, il Regno Unito ed infine il Giappone.
Le spedizioni di Champagne rappresentano mediamente 300 milioni di bottiglie all'anno.
Si contano 130 cooperative vinicole locali e regionali distribuite in tutta l'area viticola champenois.
Si contano 370 Maisons de Champagne. Formano quello che viene chiamato il négoce.
Si contano 16.200 vignerons-exploitants. Alcuni vendono il proprio raccolto di uve alle Maisons de Champagne. Altri, membri di cantine cooperative, producono il proprio Champagne in qualità di récoltants-manipulants.
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Sviluppo sostenibile
VDC è la sigla di Viticoltura Sostenibile in Champagne. Sviluppata dal Comité Champagne, è una certificazione il cui obiettivo è il riconoscimento ufficiale della performance ambientale dei viticoltori champenois. La Viticoltura Sostenibile in Champagne è l'applicazione alla viticoltura dei principi di sviluppo sostenibile. È un'iniziativa volontaria che si basa sull'impegno quotidiano dei viticoltori champenois e che riguarda 3 assi di intervento: - Impronta Biodiversità - Impronta di Carbonio - Impronta idrica Oggi, il 36% della zona vitivinicola champenois è certificato Viticoltura Sostenibile in Champagne.
Grazie ad azioni condotte negli ultimi venti anni, la filiera Champagne registra già risultati incoraggianti: l'impronta di carbonio per bottiglia è stata ridotta del 20% grazie all'alleggerimento del suo peso, l'uso di prodotti fitosanitari e concimi azotati è stato ridotto del 50%, il 90% dei rifiuti industriali sono trattati e valorizzati, il 100% degli effluenti vinicoli e dei sottoprodotti sono valorizzati ed il 50% delle superfici possiedono la certificazione ambientale (Alto Valore Ambientale/Viticoltura Sostenibile in Champagne). La Champagne è anche una regione pioniera. Infatti, è la prima zona viticola della Francia ad avere attuata la confusione sessuale, usato un parco di trattori a cavaliere elettrici e realizzato il proprio Bilancio della CO2 (sin dal 2003).
Sì. I vini di Champagne biologici rientrano nella sfera del marchio Agricoltura Biologica (AB) che garantisce solo la produzione biologica dell'uva e non il lavoro svolto nelle cantine che non è ancora stato regolamentato. Esiste anche il marchio Nature&Progrès che richiede di rispettare un disciplinare di vinificazione e il cui ottenimento avviene solo se si è in possesso di una certificazione biologica (AB). Per i vini di Champagne biodinamici, sono i marchi Demeter et Biodyvin che certificano l'approccio.
Produrre nel massimo rispetto dell'ambiente è un dovere per una denominazione di origine controllata di così grande notorietà. Questa preoccupazione, non nuova, si è andata rafforzando negli ultimi venti anni e si inserisce in un obiettivo dello sviluppo sostenibile delle nostre attività. I suoi obiettivi sono chiari: - 100% del vigneto con certificazione ambientale nel 2030 - -75% di impronta di carbonio entro il 2050
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Scegliere la sua bottiglia
Uno Champagne Blanc de Blancs è un vino prodotto esclusivamente con uve a bacca bianca come lo Chardonnay e/o molto raramente il Pinot Blanc, il Pinot Gris, l'Arbane o il Petit Meslier che sono le altre varietà di uve ammesse nei vini di Champagne.
Uno Champagne Blanc de Noirs è un vino prodotto esclusivamente con uve a bacca nera come il Pinot Noir e/o il Meunier.
Lo Champagne Brut sans année (BSA), chiamato anche brut «non millesimato», è lo Champagne più comune. È una cuvée elaborata con l'assemblaggio di annate diverse (il che è impossibile per uno Champagne millesimato). L'assemblaggio «non millesimato» permette quindi l'espressione e la perpetuazione dello stile specifico di una marca.
Uno Champagne nature, chiamato anche «pas dosé» o «dosage zéro», è uno Champagne contenente meno di 3 grammi di zucchero per litro. Non è stato oggetto di un'aggiunta di liqueur de dosage.
Uno Champagne Brut è uno Champagne contenente meno di 12 grammi di zucchero per litro. Questa aggiunta di zucchero è stata realizzata al momento del dosaggio con del liqueur de dosage detto anche «liqueur d'expédition».
Uno Champagne demi-sec è uno Champagne contenente tra 32 e 50 grammi di zucchero per litro Questa aggiunta di zucchero viene realizzata al momento del dosaggio con del liqueur de dosage detto anche «liqueur d'expédition».
Uno Champagne doux è uno Champagne contenente più di 50 grammi di zucchero per litro ed è quindi il più zuccherato. Questa aggiunta di zucchero viene realizzata al momento del dosaggio con del liqueur de dosage detto anche «liqueur d'expédition».
Uno Champagne extra-dry è uno Champagne contenente tra 12 e 17 grammi di zucchero per litro. Questa aggiunta di zucchero viene realizzata al momento del dosaggio con del liqueur de dosage detto anche «liqueur d'expédition».
Lo Champagne millesimato è costituito soltanto da vini di una sola e unica annata e non comporta quindi vini di riserva. La decisione di millesimare un vino viene presa quando la vendemmia è stata eccezionale. Gli Champagne milesimati sono noti per essere vini di grande carattere.
L'originalità di uno Champagne rosé risiede nel suo colore e nel suo carattere corposo. È ottenuto per macerazione di uve a bacca nera o per assemblaggio con del vino rosso di Champagne.
Uno Champagne sec è uno Champagne contenente tra 17 e 32 grammi di zucchero per litro. Questa aggiunta di zucchero viene realizzata al momento del dosaggio con del liqueur de dosage detto anche «liqueur d'expédition».
L'indicazione di un'annata su una bottiglia di Champagne significa che esso è millesimato. In questo caso, lo Champagne viene elaborato soltanto a partire da uve di una sola e unica annata. È quindi l'annata di vendemmia che è indicata sulla bottiglia. La maggior parte dei vini di Champagne sono non millesimati, il che vuol dire che sono elaborati a partire dall'assemblaggio di più annate. Di conseguenza, nessuna indicazione d'annata può essere apposta sulla loro etichetta.
Leggere un'etichetta è semplice e permette di ottenere molte informazioni sul vino proposto. Su un'etichetta di Champagne sono obbligatorie varie diciture. L’etichettatura (etichetta, controetichetta, collare) deve comportare la denominazione d'origine controllata «Champagne», il contenuto in zucchero (dosaggio: brut, sec, demi-sec ecc.), il titolo alcolometrico volumico (% vol), il volume nominale della bottiglia (in l, cl o ml), la marca di Champagne, il nome dell'elaboratore, il nome del comune ove ha sede e la dicitura France, il numero di immatricolazione professionale, l'identificazione del lotto, la dicitura "Produit de France", quella degli allergeni e quella che informa sul pericolo del consumo di alcol durante la gravidanza per la salute del bambino.
Sì. A seconda del contenuto di zucchero in grammi per litro, il vino viene qualificato: brut (meno di 12 grammi di zucchero per litro), demi-sec (tra 32 e 50 grammi di zucchero per litro), sec (tra 17 e 32 grammi di zucchero per litro), extra-dry (tra 12 e 17 grammi di zucchero per litro), doux (più di 50 grammi di zucchero per litro), extra brut (tra 0 e 6 grammi di zucchero per litro), brut nature, pas dosé o dosage zéro (per un contenuto inferiore a 3 grammi non ottenuto con l'aggiunta di zucchero).
Il titolo alcolometrico volumico in una bottiglia di Champagne è pari a circa il 12%. Qualunque sia il dosaggio scelto durante l'elaborazione, questo titolo rimarrà uguale con una differenza di +/- 0,7% a seconda dei vari tipi di Champagne. Come tutte le altre bevande alcoliche, lo Champagne va consumato con moderazione.
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Enoturismo
Le strade turistiche dello Champagne raggruppano una serie di itinerari dotati di segnaletica che permettono di scoprire la zona vitivinicola champenois in tutta semplicità. Sono disponibili cinque circuiti e più di 600 chilometri di passeggiate: Reims e la sua regione, Épernay e la sua regione, Vallée de la Marne, Côte des Bar ed i coteaux vitryats.
Le grandi città della Champagne sono Reims, Épernay, Châlons-en-Champagne, Château-Thierry, Sézanne, Troyes e Bar-sur-Aube. La Champagne possiede un ricco patrimonio di siti e monumenti eccezionali!
La Champagne può essere visitata in tutte le stagioni, anche se alcune sono più fredde di altre (basta indossare un cappotto caldo ed il problema è risolto!). Ad ogni modo, anche d'estate è consigliato indossarne uno nelle cantine. La regione possiede numerose risorse turistiche a disposizione dei suoi visitatori: strutture ricettive, gastronomia, visite di cantine, musei, villaggi, monumenti storici, paesaggi mozzafiato ecc. La vite vive al ritmo delle stagioni. Quindi, nessuna stagione assomiglia a un'altra. Ogni stagione permetterà di constatare la cura quotidiana che i viticoltori della Champagne dedicano al vigneto attraverso le loro numerose lavorazioni. È proprio questo che rende ogni visita della Champagne davvero unica!
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Conservazione
Una bottiglia aperta può essere conservata uno o due giorni se viene immediatamente richiusa con un tappo speciale. Quest'ultimo deve essere metallico e dotato di una rondella di plastica che va applicata sul collo della bottiglia e vi rimane compressa grazie a due graffe appoggiate sotto l'anello. Questo tappo, chiamato «stopper», può essere comprato nella tua enoteca preferita.
Per conservare una bottiglia di Champagne nelle migliori condizioni, occorre: conservare la bottiglia in un apposito spazio al riparo da qualsiasi odore e dalla luce. Ventilare il luogo di conservazione. Mantenere la bottiglia in posizione verticale o coricata. Preferire una temperature compresa tra 10 e 15 °C e privilegiare un'igrometria compresa tra il 60% e l'80%.
Come tutti i vini, lo Champagne va lasciato riposare prima di essere degustato. Se è stato sottoposto a un trasporto un po' lungo, è meglio aspettare alcuni giorni prima di consumarlo.
Lo Champagne viene commercializzato dopo un periodo minimo di maturazione, il che gli permette di esprimere gli aromi terziari (di invecchiamento) di un vino giovane. A seconda dei propri gusti, nonché delle capacità di invecchiamento dell'annata che bisogna chiedere al produttore, lo Champagne può essere conservato fino allo sviluppo degli aromi terziari di uno Champagne più maturo.
È spesso raccomandato di non conservare le bottiglie in posizione verticale per evitare che il tappo si secchi. Tuttavia, considerando l'umidità presente in cantina e quella generata dal vino, questo fenomeno non rischia di verificarsi. È quindi indifferente conservare le bottiglie coricate o verticali anche se, per comodità di conservazione, le bottiglie appaiono generalmente coricate.
Per conservare lo Champagne nel miglior modo possibile, si consiglia di sistemarlo in una cantina ad una temperatura compresa tra 10 e 15 °C. Va quindi evitato l'uso del frigorifero. Una bottiglia di Champagne può tuttavia essere coricata nella parte bassa del frigorifero per raffreddarla, alcune ore prima di essere servita.
Il formato più classico dello Champagne è la «bottiglia» (75 cl). È frequente anche il magnum (1,5 l) in modo particolare nei momenti di festa. Esiste un formato di Champagne adatto ad ogni occasione. Il vino di Champagne è il solo a proporsi in un gran numero di formati diversi, dal più pratico al più festaiolo: quarto (20 cl), mezza (37,5 cl), medium/pinta (50 cl), bottiglia (75cl), magnum (1,5 l), jéroboam (3 l), réhoboam (4,5 l), mathusalem (6 l), salmanazar (9 l), balthazar (12 l), nabuchodonosor (15 l), salomon (18 l), souverain (26.25 l), primat (27 l), melchizedec o midas (30 l).
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Degustazione
Per conservare tutta la freschezza e le bollicine dello Champagne, è meglio non tenere il bicchiere dall'alto dato che il calore della mano potrebbe riscaldare il suo contenuto. Analogamente, più le mani sono posizionate in alto sul calice, più i loro odori (sapone, profumo ecc.) si mescoleranno a quelli del vino, il che altererà le qualità olfattive durante la degustazione. Ciò spiega perché i degustatori professionisti sono abituati a tenere il bicchiere dal piede. In quanto dilettante, tenerlo dallo stelo è sufficiente e fortemente consigliato.
Lo Champagne può perfettamente abbinarsi con cibi e dolci zuccherati se è stato scelto uno Champagne più dosato ossia sec o demi-sec. Accompagna molto bene dolci, pasticcini e dessert a base di frutta rossa. Il suo uso va comunque evitato con i dessert a base di cioccolato.
Per un aperitivo, si preferirà di solito uno Champagne poco vinoso senza dominante particolare: Brut sans année, Blanc de Blancs sans année. Lo si accompagnerà con salatini, noci, olive verdi e cubetti di gruviera.
Per una portata principale, è possibile scegliere uno Champagne Brut non millesimato. È lo Champagne più comune che può perfettamente essere servito dall'inizio alla fine del pranzo, qualunque sia il tipo di piatto proposto. Per ottenere un abbinamento più preciso tra cibi e Champagne, è consigliato consultare la propria enoteca che saprà dare ottimi consigli.
Esiste un'ampia gamma di vini di Champagne. A seconda del terroir e delle uve utilizzate, gli aromi espressi possono essere diversi. Esistono 3 grandi famiglie di aromi: gli aromi di giovinezza, gli aromi di maturità e gli aromi di pienezza. Tra questi si distinguono aromi floreali (fiori bianchi acacia...), aromi fruttati (agrumi, noce...), aromi minerali (iodio, gesso...), aromi vegetali (menta, fieno...), aromi di pasticceria (brioche, biscotto...), aromi lattici (caramello, burro...), aromi di spezie (miele, cannella...) o aromi empireumatici (cacao, caffè...).